mercoledì 25 agosto 2010

L’edificio dell’Ambasciata italiana in Madagascar va in rovina.L’Italia cosa ne vuole fare?

Aldo Sunseri* - Si è conclusa la visita in Madagascar del Funzionario Itinerante dell’Ambasciata d’Italia a Pretoria, è stato un lavoro intenso svolto con grande professionalità dalla Dottoressa Giuliana De Maria e dal Dottor Emilio Chiave, Amministratore dell’Ambasciata Italiana.
La sede di Antananarivo dell’Associazione Italiani in Madagascar, che li ha ospitati, è stata meta di moltissimi italiani, giunti per l'occasione da tutta l'isola sia per prendere le impronte digitali necessarie per il rilascio o il rinnovo del nuovo passaporto biometrico, sia per i disbrigo di parecchie pratiche consolari.
Il Consiglio di Amministrazione dell'AIM ringrazia sentitamente l'Ambasciatore Elio Menzione, che ha dato questa grande opportunità ai connazionali del Madagascar, ed in particolare ringrazia la Dottoressa Giuliana De Maria per la cordialità e la competenza che ha dimostrato nell’occasione.
Ci auguriamo che questo evento si ripeta negli anni futuri con assidua periodicità, per agevolare e sopperire ai disagi che la mancanza di una rappresentanza diplomatica in Madagascar continua a causare.
Ricordiamo che il Madagascar ha una presenza annua di circa 30 000 turisti Italiani, che vi trascorrono le vacanze, e circa 2 000 italiani che vi risiedono stabilmente.
Gli Italiani del Madagascar avrebbero preferito accogliere questi funzionari in una Casa Italia, la cui sede naturale dovrebbe essere l’ex Ambasciata d’Italia in Antananarivo, ma il Governo Italiano non si è ancora deciso a concedere loro almeno l’uso dello stabile in questione, di proprietà dello Stato Italiano, e lascia che questo immobile, dopo dieci anni di chiusura, continui a degradarsi.
Ricordiamo che l'immobile è stato acquistato con i soldi degli italiani nel 1966, all’epoca di Carlo De Franchis, primo Ambasciatore Italiano in Madagascar, arrivato dopo l'indipendenza del Paese; ha ospitato i vari Ambasciatori che si sono succeduti fino a Guido Nicosia nel 2000, anno di chiusura dell'Ambasciata, ed è stato lasciato all’incuria, e ad un conseguente inevitabile deperimento.
In effetti, è stato chiesto ripetutamente a varie istanze dello Stato, anche tramite interrogazioni parlamentari che sono state introdotte su questo argomento, l'uso, sotto qualsiasi forma legalmente valida, di questo stabile italiano, con la disponibilità da parte dei richiedenti (A.I.M.), di effettuare quelle riparazioni che la vetustà e la non occupazione hanno rese necessarie ed indispensabili: il Governo Italiano si è sempre rifiutato, adducendo la scusa che l'immobile è nella lista dei beni italiani da vendere.
Intanto gli anni passano, l'immobile si ridurrà a un rudere, e gli italiani che sono in Madagascar (una parte di essi aveva anche contribuito con il denaro delle proprie tasche a restaurare un’ala di questo stabile che era stata adibita a sala per la “Dante Alighieri”), aspettano impazienti le decisioni del Governo Italiano, che non arrivano.
*Segretario Generale A.I.M.
http://www.litaliano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1860:ledificio-dellambasciata-italiana-in-madagascar-va-in-rovinalitalia-cosa-ne-vuole-fare&catid=43:mondo&Itemid=411

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