martedì 18 dicembre 2012

L’IMU e gli italiani all’estero


Da Stefano Mollo, romano residente a Perth, riceviamo e pubblichiamo una veemente protesta contro l’Imu applicata agli italiani all’estero. Già autore di una lettera-appello al sindaco Alemanno, rimasta inascoltata, Mollo denuncia oggi la difficoltà di pagare la rata e l’ingiustizia del suo ammontare.

"In questi giorni, anche noi italiani residenti all'estero siamo alle prese con il pagamento della seconda rata dell'IMU. Eviterò di citare le difficoltà pratiche dell'effettuazione di tale pagamento da parte di colui che non vive in Italia e che, quindi non ha rapporti con nessuna banca italiana e che si trova quindi obbligato a dover spedire i soldi una parte allo Stato, un'altra parte al Comune dove insiste l'immobile, stando attenti ai codici e ad una miriade di altri dettagli di, peraltro, difficile reperibilità.
L'errore è, quindi, facile, e lo Stato Italiano è sempre pronto a punire colui che per lo meno ci ha provato a fare il suo dovere, in buona fede; ma la buona fede, in Italia, non vale più niente? E meglio provare a fare i furbi?
No, eviterò di soffermarmi su questi aspetti da terzo mondo (devi pagare una tassa, ma non ti dico chiaramente come fare, così poi ti sbagli e poi ti multo); mi voglio invece soffermare sull'ineguaglianza e sull'ingiustizia dell'applicazione dell'IMU, per lo meno a Roma, dove lo scrivente possiede la sua unica proprietà, ricevuta per eredità, di peraltro modesto valore, non locata e che quindi non produce nessun tipo di reddito.
Inoltre lo scrivente è attualmente disoccupato nel suo Paese di residenza e quindi non ha nessun reddito di nessun tipo; volendo lo potrei dimostrare carte alla amano, ovviamente. Tutto ciò che scrivo lo potrei dimostrare carte alla mano, perché appartengo a quel 99% di cittadini che non ha nulla da nascondere e che il suo dovere fiscale lo ha fatto sempre. Controvoglia, certo, perché poi vedere come i soldi delle nostre tasse vengono sperperati e buttati in mille rivoli e poi quando scendo per strada trovo le stesse buche di quando ero bimbo, 40 anni fa, mi fa pensare: "Ma io, ma che le pago a fare tutte 'ste tasse?".
Ed allora sento un respiro di sollievo al ricordarmi che io in Italia non ci vivo, che in fondo la mia realtà è un'altra, una realtà in cui le tasse che il cittadino paga vengono realmente usate per il bene comune, dove i marciapiedi sono sani e le strade sicure. Che peccato che quella società non sia la mia Cara Bella Italia, dove invece la gente non arriva a fine mese per pagare le tasse e se non lo fai l'unica uscita è il suicidio! O la strada.
Io non vivo in Italia; l'unico immobile che ho in Italia non produce nessun reddito; anzi, mi è costato 1750 euro di IMU oltre alle bollette di acqua, luce, gas e spazzatura, tutti consumi che non realizzo e spazzatura che non produco, perché in Italia non ci vivo. Allora, perché debbo pagare per un servizio che non ricevo, se non un mese all'anno, quando in Italia ci vado per vacanza?
E come me, altri milioni di Italiani. Italiani i quali il Governo appare, non solo nel caso "IMU", ignorare. Italiani che vivono all'estero, ed allora "ricchi per definizione". Inoltre, alcuni comuni, anche laziali, hanno deciso di concedere agli Italiani residenti all'estero l'applicazione dell'aliquota agevolata del 4,6 per mille, per gli immobili di proprietà esclusiva di residenti all'estero e non locati, ma non il comune di Roma, dove il sindaco ha deciso invece non solo di non concedere tale agevolazione, ma anche di aumentare del massimo concesso l'aliquota, portandola al 10,6 per mille. Ed allora, in nome dell'uguaglianza dei cittadini italiani (residenti all'estero), perché io pago oltre il triplo di colui che ha la casa in un altro comune?
Parliamoci chiaro: l'IMU è una presa in giro, una maniera come un'altra per riempire il buco lasciato dalle ruberie e mal-amministrazione della classe politica degli ultimi decenni; è quindi un assalto al portafoglio degli Italiani (e degli stranieri che hanno anche loro una casa in Italia, anche loro ovviamente "ricchi per definizione") che viene applicata indiscriminatamente, con la logica del più forte che abusa della sua posizione di supremazia fisica per estorcere denaro al più debole.
Perché se uno non paga l'IMU, o qualunque altra tassa, prima ti avvisano ("è meglio che paghi...altrimenti è peggio..."), poi ti mandano Equitalia (e ti menano, sbaglio? No, magari non ti menano, ma non è per caso che quando ti arriva una cartella del genere la senti come una "mazzata", o sbaglio?). Difatti si chiama "Riscossione Coattiva". E poi la gente si suicida ... Ma và!
Ma dov'è finita l'Italia in cui tutti pagano le tasse e contribuiscono al bene comune (e sottolineo; tutti!), in proporzione alla loro capacità? Io ho 48 anni e di quell'Italia ne ho solo sentito parlare, ma non l'ho mai vissuta.
Con molto rammarico, per usare un termine molto caro al mondo diplomatico, spero di riuscire a vendere la mia casa il prima possibile; vedere in TV la quotidiana sfilata di corrotti e corruttori che sperperano il denaro delle nostre tasse, mi fa schifo e non voglio più essere parte di esso, perché pagando le tasse indirettamente lo si fomenta. Pagherò fino all'ultimo centesimo, prima di andarmene definitivamente ...perché lo schifo è troppo. E son sicuro, con queste mie parole, di interpretare il pensiero della stragrande maggioranza degli Italiani. Purtroppo!". (aise)

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