domenica 19 gennaio 2014

Madagascar, altra bimba uccisa la stampa “scagiona” Gianfalla

Nuova luce sul caso di Roberto Gianfalla, il palermitano linciato lo scorso ottobre, insieme ad un cittadino francese ed un malgascio, nella spiaggia di Nosy Be, in Madagascar. Il seguente articolo, apparso il 9 gennaio su un giornale malgascio, “La Tribune de Diego”, e tradotto da Daniel Gianfalla, fratello dell’italiano ucciso, confermerebbe indirettamente l’innocenza delle tre vittime barbaramente trucidate, accusate di traffico d’organi. Ve lo proponiamo integralmente.
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Una bimba di 6 anni assassinata a Diego Suarez fa temere il ritorno della vendetta popolare 
La scoperta del cadavere atrocemente mutilato di una bimba sparita da sei giorni, ha messo in allarme le autorità locali circa lo sviluppo di manifestazioni simili ai tristi eventi del mese di ottobre a Nosy Be. 
A Antsiranana, corrono voci sull’esistenza di individui (un uomo, una donna e uno straniero) che rapirebbero bambini. Le voci concordano sul fatto che i rapitori attirerebbero bambini con caramelle e soldi, e che dopo li porterebbero via con un 4×4. Il panico ha raggiunto ogni casa, soprattutto nel quartiere della Scama, dove una bimba di 6 anni è stata ritrovata il 26 dicembre in un luogo isolato, ricco di vegetazione, in questo stesso quartiere. Da questo episodio in poi, si parla di numerose sparizioni di bambini, soprattutto nel quartiere della Scama, ma la polizia responsabile della protezione dei minorenni,  che raccoglie le dichiarazioni di casi di scomparse a Antsiranana, ha ricevuto solo due dichiarazioni nella prima settimana di gennaio e i bambini sono stati ritrovati. Le forze dell’ordine prendono comunque questo caso seriamente.
Le emittenti radio e televisive locali, nel 2013, hanno registrato una trentina di casi di scomparse di minorenni. Però i genitori non parlano e nessuno sa se questi casi siano stati risolti.
Ritrovato il corpo senza vita della bimba.
La bimba è scomparsa il 20 dicembre. Sua madre era andata a lavorare a Seimad nella Scama e aveva affidato, come a suo solito, i suoi figli alla nonna. Dopo pranzo i bambini sono andati a giocare “non lontano”, dichiara la madre. Ed è la sorella gemella che si è accorta della sparizione. I vicini e la famiglia hanno cominciato le ricerche. La madre è stata messa al corrente al suo ritorno. Domenica 22 dicembre, lo zio ha sporto denuncia. Il 26 dicembre, il capo quartiere Fokontany ha informato la polizia della scoperta del corpo senza vita di una bambina, in un posto isolato dalle case e nascosto dalla vegetazione. La famiglia ha riconosciuto la bimba scomparsa. Il corpo era in uno stato avanzato di decomposizione e la bimba, secondo il medico legale, sembrerebbe stata brutalizzata e uccisa. La famiglia ha sporto denuncia. Un’autopsia è stata effettuata e la polizia rimane in attesa dei risultati. Un’inchiesta è in corso.
Caso simile a quello di Nosy Be?
La reazione della folla non si è fatta attendere. Degli individui si sono messi alla ricerca di gomme e altri materiali combustibili al fine di linciare le persone che hanno scoperto il cadavere. Solo le autorità del quartiere hanno permesso che la collera della folla non si trasformasse in massacro d’innocenti come a Nosy Be, dove ricordiamo, l’autopsia ha stabilito senza equivoci la presenza di tutti gli organi sul cadavere del bambino, all’origine della collera popolare, dimostrando l’innocenza delle tre persone linciate, e smantellando le voci assurde di traffico di organi.
Questo non ha impedito alle voci più folli di continuare a farsi strada. Tutto concorre, in effetti, nell’immaginario collettivo a collegare l’ultimo caso con quello di Nosy Be. La sparizione di un bambino, la scoperta del suo corpo qualche giorno dopo in decomposizione, le voci sulla presunta sparizione di altri bambini, gli individui sospettati visti quà e là e che sarebbero all’origine della sparizione e del uccisione, il sospetto di uno straniero implicato e il popolo che vuole fare giustizia da se…
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