giovedì 28 agosto 2014

Il caso della Foresta di Vohidahy

La Sherritt International Corporation è una compagnia mineraria canadese, che prevede lo sradicamento di 1.700 ettari di foresta per la costruzione di una delle più grandi miniere di cobalto e nichel del pianeta, e sarà attiva dal 2013 per 27 anni. La Daewoo Logistic è un colosso coreano che vuole dare il via a un’operazione ancora più grande: prendere in concessione la metà delle terre coltivabili del Madagascar per coltivare mais e palma da olio per biocarburanti. Il tutto gratis. In cambio la Daewoo si impegna ad assumere i malgasci come contadini.
Il Madagascar è uno degli stati più poveri al mondo. Secondo l’indice di sviluppo umano (0,48) si piazza al 151° posto su 187 paesi totali con un Pil pro capite di 911 dollari a persona. Tre malgasci su quattro vivono in aree rurali e praticano un’agricoltura di sussistenza. La densità della popolazione è di 35,24 abitanti/kmq. L’indice di fecondità è di 5 bambini per donna, gravati da un tasso di morte infantile di 92 morti/1.000 nascite. La speranza di vita alla nascita è di 66,7 anni. Solo il 15% della popolazione ha accesso ai servizi sanitari e il 46% della popolazione ha accesso ad acqua potabile. Il Madagascar è anche un incredibile paradiso della biodiversità: ospita il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l'80% delle quali sono endemiche, ossia si trovano solo ed esclusivamente su quest’isola. Le formazioni forestali occupano una superficie totale di 13.260.000 Ha, corrispondenti al 22,6% del territorio nazionale, delle quali l’1,7 % sono aree protette. Ad Est si estende una foresta tropicale umida caratterizzata dalla presenza di piogge per circa 9-11 mesi all’anno. Ad Ovest la foresta è invece definita tropicale secca in quanto i mesi di pioggia sono in media 2-3 all’anno. A Sud Est la foresta lascia spazio a una macchia spinosa e al deserto, mentre sull’altipiano centrale si estendono steppe e praterie fortemente soggette a erosione, vastissime aree di foresta a cui però qualcuno guarda come una risorsa da sfruttare senza pietà.

La Sherritt International Corporation è una compagnia mineraria canadese, che prevede lo sradicamento di 1.700 ettari di foresta per la costruzione di una delle più grandi miniere di cobalto e nichel del pianeta, e sarà attiva dal 2013 per 27 anni. La Daewoo Logistic è un colosso coreano che vuole dare il via a un’operazione ancora più grande: prendere in concessione la metà delle terre coltivabili del Madagascar per coltivare mais e palma da olio per biocarburanti. Il tutto gratis. In cambio la Daewoo si impegna ad assumere i malgasci come contadini.

Le emergenze continue sono rappresentate dalle crisi climatiche e dall’instabilità politica. Nel 2008 e 2011 due cicloni hanno devastato il Paese rendendo necessari ulteriori aiuti umanitari e opere di ricostruzione, e nel marzo 2009 la crisi politica è sfociata nel colpo di stato che ha portato alla caduta del vecchio presidente Mark Ravalomanana e la salita al potere, alla testa del Governo di Transizione, del giovane Andry Rajoelina. Il 23 ottobre 2013, dopo 5 anni dal colpo di stato, si sono tenute le elezioni presidenziali: 33 candidati, i cui primi due arrivati sono i rappresentanti del vecchio presidente Ravalomanana e del Capo della Transizione Rajoelina. Il 19 dicembre ci sarà il secondo turno per il ballottaggio.


L’evento di maggior rilievo che riguarda la politica di gestione forestale risale al settembre del 2003 quando a Durban, in Sud Africa, il vecchio presidente Mark Ravalomanana, ha lanciato la sfida di portare la superficie delle aree protette da 1,7 milioni di ettari a 6 milioni di ettari nei successivi 5 anni, attraverso la creazione di un Sistema di Aree Protette del Madagascar (SAPM) e di nuovi parchi nazionali, coinvolgendo e responsabilizzando la popolazione locale nella gestione delle risorse naturali. Questa nuova strategia politica prende il nome di Trasferta di Gestione alle Comunità Locali (TdG). Tale politica forestale però non ha ancora dato i suoi frutti. I problemi che si nascondono dietro le TdG sono molteplici e la fanno per il momento risultare inefficiente per una buona gestione. L’insufficiente formazione per il trasferimento delle competenze e la mancanza di fondi per sostenere le Comunità di base sono tra i problemi principali. Inoltre, i disordini politici del 2009 e l’atmosfera d’instabilità politica che ne è derivata hanno indebolito ancor più un'autorità statale già inefficace in termini di applicazione della legislazione forestale e delle riforme legate a questo settore. Ne è risultata un'anarchia generale e un accesso incontrollato alle risorse naturali tra cui un'utilizzazione incontrollata della tecnica del taglia e brucia (tavy) e il prelievo illegale dei legni pregiati in tutte le foreste naturali del Paese.

Su tutti, il più eclatante è il traffico illegale del “bois de rose”, la cui utilizzazione ha visto un'esplosione nel 2009. I parchi nazionali della zona Nord Est del Paese (Marojejy, Masoala e la Riserva della Biosfera di Mananara) hanno constatato un accrescimento drammatico del numero di bracconieri e boscaioli entrati illegalmente per abbattere delle piante. All’incirca sono stati abbattuti 100.000 piedi di bois de rose (Dalbergia spp.) e di ebano (Diospyros spp.), di cui più di 60.000 piedi situati all’interno di aree protette, e stoccati su 1.187 container a destinazione quasi esclusivamente cinese, per un prezzo di vendita di 220 milioni di dollari. Dei 23 trafficanti, 13 sono stati deferiti davanti a un tribunale per delitti forestali e solo 2 sono stati condannati: nessun tronco esportato nel 2009 aveva la taglia minima richiesta dalla legge. Dal 17 marzo 2009 sono stati sospesi tutti gli aiuti e finanziamenti per lo sviluppo della politica ambientale del Madagascar e l’impatto sull’ambiente forestale è disastroso, si va da un impoverimento generalizzato della biodiversità fino ad arrivare alla scomparsa semplice e pura della foresta. Tutto questo dimostra che la classe dirigente non ha avuto come obiettivo sviluppare il Paese, ma accaparrarsi il potere e conservarlo favorendo le relazioni interpersonali e i giochi di clientelismo. La campagna di taglio del 2009 consacra il fallimento della “Visione Durban”, così come della volontà di tutelare al meglio le foreste protette.

Il caso della Foresta di Vohidahy
Il Comune di Vohidahy si trova nel Centro Est del Madagascar a 45 km da Ambositra. E’ raggiungibile in moto, ma non in macchina, e in questo ultimo caso si devono percorrere gli ultimi 20 chilometri a piedi per accedervi. Vohidahy è una valle circondata completamente da montagne su cui si estende la foresta, ed è completamente antropizzata dall’agricoltura e dalle altre attività umane. Circa 7.000 sono gli abitanti distribuiti in 8 villaggi e nei tanti piccoli gruppi di case isolati sparsi sui versanti delle montagne. Villaggetti caratteristici con case in legno e tetto in paglia, cascate, corsi d’acqua, piscine naturali fanno di Vohidahy una valle ecologica ancora poco esplorata e conosciuta dai turisti, un comune di 30 mila ettari di cui 16 mila sono occupati da una foresta che rappresenta un corridoio strategico di collegamento tra il Parco adiacente a Nord di Fandrina-Marolambo e il Parco Nazionale di Ranomafana a Sud.

Si distinguono due tipi di formazioni forestali: la Foresta "scremata", considerata come intatta o primaria, che presenta segni di utilizzazione ed è una formazione costituita da tre strati ben distinti (superiore, medio e sotto-bosco), la cui rinnovazione naturale è estremamente ricca. La Foresta "degradata", invece, ha subito in passato una o più utilizzazioni di diversa intensità, ed è costituita da tre strati distinti, di cui quello superiore è mal formato. La gestione forestale a Vohidahy è stata trasferita nel 2004 al VOI Taratra che gestisce 5.315 ettari a Ovest del fiume Mananjary, e nel 2006 è stata trasferita al VOI Ezaka che gestisce 8.000 ettari di foresta ad Est e a Nord del fiume Mananjary. I VOI sono autorità riconosciute dallo Stato a cui l’amministrazione forestale ha conferito la Trasferta di Gestione delle foreste a loro adiacenti. Sono entità rappresentate da membri eletti dalla comunità il cui operato è completamente gratuito.
Qual è il ruolo delle Comunità Locali, o VOI, nella gestione forestale? Innanzitutto devono controllare che la gente non tagli o non bruci la foresta naturale, secondo una pratica tradizionale considerata illegale dalla legge malgascia. In secondo luogo devono proteggere la biodiversità della foresta, dalle piante al legno pregiato, ai lemuri, agli altri piccoli mammiferi minacciati dalla caccia. I membri del VOI hanno il compito di gestire il territorio che è suddiviso in zone di diritto d’uso, in zone di conservazione e in zone di restaurazione, e hanno l’autorità di conferire o meno i permessi per i prelievi di legno in foresta oppure per tagliare e bruciare una parcella di coltura. Tutte le persone maggiorenni della Comunità possono diventare associati del VOI. Non è un obbligo, ma chi non è membro paga solitamente il doppio rispetto a chi è membro per utilizzare i prodotti forestali. Il VOI opera in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale e l’amministrazione forestale.

Il progetto di TsiryParma in appoggio alle comunità locali
TsiryParmah è un'associazione di volontariato che opera per la tutela delle foreste in Madagascar. L’associazione, perseguendo esclusivamente finalità di solidarietà sociale, si prefigge di contribuire alla tutela ambientale promuovendo azioni a suo favore e una cultura di sviluppo sostenibile e duraturo sia in Italia che in Madagascar. Il progetto si occupa di appoggiare le Comunità Locali (VOI) nella gestione forestale e in attività agricole generatrici di reddito. L’equipe di lavoro in Madagascar è composta, oltre che da Nicola Gandolfi, da altri tre tecnici malgasci retribuiti dal progetto, il quale si attua su quattro campi d’azione.

"Innanzitutto è stato indispensabile conoscere l’ambiente forestale attraverso inventari forestali e studi di ricerca. Questo ci ha permesso" - racconta Nicola Gandolfi - "di descrivere le formazioni forestali e realizzare la parcellizzazione forestale in base alla classificazione di ogni singola parcella. Il secondo settore d’intervento, ed è forse il più importante, riguarda la formazione a livello sia di popolazione adulta che a livello scolastico. Questo implica visitare ogni singolo villaggio e ogni singolo agglomerato per informare l’intera popolazione sulle regole che riguardano il VOI e la legislazione forestale. La moltiplicazione di piantine in vivaio, i rimboschimenti e gli arricchimenti forestali rappresentano il terzo settore d’intervento per favorire la restaurazione dell’ambiente forestale degradato e del territorio. Infine le attività agricole generatrici di reddito e le azioni sociali, sono uno strumento per favorire lo sviluppo della zona e soprattutto per diminuire le pressioni della gente sull’ambiente forestale. A riguardo nel 2013 sono state costruite tre dighette per favorire l’irrigazione di nuovi terrazzamenti e tre scuole per portare l’istruzione, in zone ai bordi della foresta, dove prima non c’era".

Genesi del progetto
"Nel 2005, al terzo anno di Scienze forestali" - racconta sempre Nicola Gandolfi - "ho organizzato la prima missione verso Vohidahy accompagnato dagli artigiani zafimaniry. La prima impressione quando sbocchi su uno dei versanti che danno sulla valle di Vohidahy è quella di essere 'sbarcato' in un luogo incontaminato, una valle in cui macchine e altri mezzi di comunicazione non sono ancora arrivati! Un'oasi che gli abitanti della valle definiscono la 'cuvetta' intendendola come luogo difficile da raggiungere ma anche da lasciare quando ci si finisce dentro". Nel 2006/2007 è stata realizzata, dallo stesso Nicola, una ricerca sull’ecologia del palissandro (Dalbergia monticola) sempre supportato dall’ONG RTM, e contemporaneamente sono stati installati i primi vivai in appoggio ai villaggi locali per la moltiplicazione di specie autoctone di foresta. L’accesso dell’ONG RTM a ulteriori finanziamenti (Conservazione Internazionale del Madagascar prima e poi del MAAE italiano) ha permesso di ingrandire e rafforzare l’intervento a Vohidahy e di sviluppare al meglio le attività di sensibilizzazione, rimboschimenti e generatrici di reddito, in appoggio alle comunità locali responsabili della gestione forestale. A dicembre del 2012 il finanziamento MAAE è terminato e il progetto di Vohidahy era destinato ad arrestarsi, ma la nuova collaborazione tra l’ONG RTM e l’ONLUS Tsiry Parma ha dato la possibilità al progetto di sopravvivere per un anno ulteriore da luglio 2012 a giugno 2013. A partire dal mese di luglio 2013 il progetto di Vohidahy è passato interamente nelle mani di TsiryParma che al momento è il solo organismo che lo sostiene attraverso iniziative in Italia per la raccolta dei finanziamenti. 
Fonte: Il sole24ore
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