venerdì 30 novembre 2012

Il salasso per gli italiani residenti all’estero


Sì, proprio così, con l'Imposta Municipale Unica (IMU) - che ha sostituito la vecchia Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) - introdotta dal nuovo governo di Mario Monti con il Decreto Salva Italia, per cercare di far evitare al Paese il fallimento economico in cui l'aveva trascinata il precedente governo Berlusconi, anche gli emigrati italiani proprietari di un bene immobile in Italia da quest'anno sono stati chiamati a contribuire al salvataggio del nostro Paese.
E sarà un vero e proprio salasso poiché l'IMU ha ereditato la discriminazione della vecchia ICI nei confronti degli iscritti all'AIRE per i quali la loro abitazione in Italia era già stata considerata la seconda casa e non la prima con tutti i benefici connessi che ne sarebbero derivati. Così che gli emigrati, come seconda casa, dovranno pagare un'imposta che potrà ammontare al 7,6 per mille, mentre per la prima casa la percentuale sarebbe stata al massimo del 4 per mille con la detrazione dell'importo fisso di 200 euro e di 50 euro per ogni figlio a carico convivente con età non superiore a 26 anni. Ma il salasso sarà ancor più doloroso perché la stessa norma che ha introdotto l'IMU prevede che la rendita catastale sia rivalutata, come già per l'ICI, non solo del 5% per le case classificate A1-A2-A3-A4-A5 (con esclusione dell’A10), bensì anche di un ulteriore 60% del moltiplicatore per il calcolo del valore catastale che da 100 passerà pertanto a 160.
A/1
Abitazioni di tipo signorile (Unità immobiliari appartenenti a fabbricati ubicati in zone di pregio con caratteristiche costruttive, tecnologiche e di rifiniture di livello superiore a quello dei fabbricati di tipo residenziale)
A/2
Abitazioni di tipo civile (Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive, tecnologiche e di rifiniture di livello rispondente alle locali richieste di mercato per fabbricati di tipo residenziale)
A/3
Abitazioni di tipo economico (Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche di economia sia per i materiali impiegati che per la rifinitura, e con impianti tecnologici limitati ai soli indispensabili)
A/4
Abitazioni di tipo popolare (Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive e di rifiniture di modesto livello. Dotazione limitata di impianti quantunque indispensabili)
A/5
Abitazioni di tipo ultrapopolare (Unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive e di rifiniture di bassissimo livello. Di norma non dotate di servizi igienico-sanitari esclusivi)
A/10
Uffici e studi privati (Rientrano in questa categoria quelle unità immobiliari che per tipologia, dotazione di impianti e finiture sono destinate all'attività professionale)
Ipotizzando, per semplificare, che la rendita catastale della casa posseduta in Italia sia di 1'000 euro, con il 5% il valore ammonterà a 1'050 euro che, con il nuovo moltiplicatore di 160, comporterà un aggiornamento della rendita catastale a 168'000 (1'050 x 160). Se il bene posseduto fosse stato considerato "prima casa" l'importo lordo dell'IMU sarebbe stato di euro 672 (168'000 x 4/1000) che, dopo la detrazione fissa di 200 euro e quella di altri 100 euro (ipotizzando due figli a carico), sarebbe diventato un importo netto da pagare di 372 euro. Mentre trattandosi di "seconda casa" l'emigrato, non potendo usufruire di alcuna detrazione e con una aliquota del 7,6 per mille, su quello stesso bene dovrà pagare una imposta di 1'276,80 euro ( 168'000 x 7,6/1000), cioè ben 904,80 euro in più!
Una cifra enorme che, aggiunta alle altre spese fisse che si debbono pagare quando si possiede una casa o un appartamento in Italia (corrente elettrica, acqua, gas e Tarsu), potrà scoraggiare molti emigrati dal continuare a mantenere una tale proprietà per un bene del quale ci si avvale per brevi periodi nell'anno o il cui costo può diventare insopportabile economicamente per molti proprietari emigrati che devono vivere con la sola pensione. Il risultato sarà che, loro malgrado, si vedranno costretti a vendere la proprietà dopo di che si sfilaccerà inesorabilmente il loro legame, ed anche quello dei figli,  con la terra di origine impoverendo ulteriormente molti comuni che spesso vivono proprio della ricchezza che vi portano ogni anno il loro emigrati.
Tuttavia per gli italiani che lavorano all’estero per lo Stato italiano (per esempio i diplomatici), quindi non per i comuni emigrati, è stata riconosciuta un’aliquota IMU ridotta di 0,4 punti percentuali e la detrazione di 200 euro se l’immobile in Italia è adibito ad abitazione principale.
Complimenti a coloro che in Parlamento hanno consentito questo salasso per gli italiani all'estero!
Chi vorrà saperne di più potrà rivolgersi ad una sede del patronato ITAL-UIL (www.ital-uil.it), oppure ad un Circolo della UIM (www.uim.it), che, attraverso il CAF-UIL, potranno calcolare e rendere possibile anche il pagamento dell'IMU senza doversi recare il Italia. (dino nardi*\aise)
* Coordinatore UIM Europa e membro Cgie