venerdì 11 gennaio 2013

Le ostetriche tradizionali aiutano a salvare le partorienti


In Madagascar ci sono solo 4 ostetriche professioniste ogni 1000 nati vivi e, nonostante vi siano 21 scuole di ostetricia, dove si insegnano le norme igieniche per partorire e far fronte ad eventuali complicazioni, il numero di laureati non soddisfa il fabbisogno.

 Il Madagascar si trova ad affrontare una triplice sfida: rapido incremento demografico, crescente povertà e instabilità politica. E’ quanto emerge dal rapporto del Fondo delle Nazioni Unite (UNFPA) sullo Stato dell’Ostetricia nel mondo. Nel paese africano ci sono circa 3 mila centri sanitari, ma molti sono in stato di abbandono o chiusi a causa della crisi politica. Ci sono solo 4 ostetriche professioniste ogni 1000 nati vivi e, nonostante vi siano 21 scuole di ostetricia, dove si insegnano le norme igieniche per partorire e far fronte ad eventuali complicazioni, il numero di laureati non soddisfa il fabbisogno. In molte aree del paese le donne fanno affidamento su levatrici tradizionali, conosciute come ‘matrone’ che, spesso, vengono accusate di non essere in grado di far fronte alle complicazioni, minacciano il parto sicuro o fanno partorire in ambienti malsani.
Tuttavia nel Centre Sante de Base (CSB II) a Betraka, un piccolo villaggio 50km a nord della città costiera di Manakara, attualmente le matrone vengono reclutate per una campagna a favore del parto in clinica o in ospedale, con l’obiettivo di ridurre il tasso di mortalità materno e neonatale. Per far fronte alle precarie infrastrutture e alla mancanza di personale qualificato soprattutto nelle province, il governo del Madagascar ha fatto della salute materna e neonatale una priorità assoluta. Nel 2008 ha lanciato un piano nazionale che prevede assistenza sanitaria gratuita alla nascita, compresi i costosi parti cesarei, oltre all’incremento di personale ostetrico competente. Molte zone sono ancora lontane da questo obiettivo e, convincendo le ‘matrone’ a promuovere il parto negli ospedali, gli operatori sanitari hanno trovato un alleato prezioso. (AP) ( Agenzia Fides)